Dentro le scuole Assefa – parte prima 

Nel programma del nostro viaggio è prevista la visita in alcune scuole che l’Assefa gestisce in Tamil Nadu. Sarebbe impossibile visitarle tutte in quanto in Tamil Nadu le scuole Assefa sono 170 e dove studiano ben trentaduemila bambini. L’Assefa India perciò ha preparato un itinerario che ci permetterà di visitare le scuole in cui noi come gruppo di Catania, abbiamo sostenuto la realizzazione di progetti, in particolar modo, a Chinnamulayur, dove abbiamo sostenuto la costruzione di un intero edificio scolastico, che poi abbiamo chiamato “ La Ginestra “.
È sabato e lì in India le scuole sono chiuse, ma ci troviamo ugualmente all’interno di una scuola Assefa, esattamente nello Staff and Healt Managment Center di Kannarapettai, una scuola particolare dall’architettura inusuale per il contesto che ci circonda, talmente diversa che l’architetto che l’ha ideata è molto richiesto. La meraviglia rinfresca i miei occhi donandomi sollievo e curiosità allo stesso tempo. Il sollievo deriva dalla certezza assoluta che qui si possono realizzare meraviglie architettoniche dedicate a quella cosa che si chiama “ istruzione “, che essendo linfa vitale per una sana società, dovrebbe secondo me essere accessibile a tutti e anche bella da vivere. La curiosità è spontanea perché l’architettura, come ho detto prima, è diversa rispetto al contesto urbanistico delle città e a quella delle altre scuole Assefa.
Si tratta di edifici a due piani dalla forma esagonale e con tetti a tegole in terra cotta, come qui da noi insomma, le pareti richiamano tanto quei locali rustici della zona pedemontana etnea dove la pietra lavica, i mattoni rossi, e l’intonaco bianco si alternano tra di loro creando un’armonia che emana calore e accoglienza.
Il direttore di questa scuola ci invita a fare un tour dentro questa magnifica struttura, durante la nostra visita abbiamo la possibilità di vedere i bambini dentro le classi intenti a seguire la lezione. Vi ricordo che è sabato e non dovrebbero esserci lezioni, ma straordinariamente essi sono a scuola per onorare la nostra presenza!
Le aule sono grandi e dentro ci sono la metà degli alunni che potrebbero contenere. Gli alunni hanno tutti la divisa scolastica, sono seduti su delle panche di legno ma non hanno il banco, le porte delle aule sono aperte, quindi succede che abbiamo la possibilità di assistere alla loro silenziosissima e educata lezione, ed è impossibile non incrociare gli sguardi data la reciproca curiosità.
Infatti quando sostiamo davanti all’uscio di un’aula, è un susseguirsi di saluti: “ vanakkam “, che in lingua tamil significa che dio ti benedica, oppure:  “ good morning “.

post3_final
Nell’aria si libra un’aura di educazione e di rispetto difficili da trovare dalle nostre parti ormai, perché in Italia la disciplina è qualcosa che si deve eludere dato che spesso il rispetto delle più elementari regole di convivenza civile ti rende agli occhi degli altri stupido e fesso.
In India, in queste scuole, la disciplina non è considerata come un dogma da rispettare con sottomissione, la disciplina è una serie di regole che se rispettate valorizzano l’individuo, quindi il rapporto umano sia tra alunni e insegnante e il rapporto tra gli alunni stessi diventa reciprocamente rispettoso, portando nell’ambiente in cui essi vivono serenità e convivenza civile, due cose che stanno alla base di una società pacifica e democratica.

Da sottolineare in modo particolare, l’accoglienza che abbiamo ricevuto in tutte le scuole che abbiamo visitato. Siamo stati accolti come delle personalità importanti, infatti non è stato possibile entrare senza aver prima indossato una splendida, colorata, profumata e pesante collana di fiori, preparata con pazienza giorni prima dalle sapienti mani di alcune donne dei villaggi, e non si può assolutamente dimenticare l’inscrizione del terzo occhio sulla fronte con alcune polveri di colore giallo e rosso. Prima di visitare una scuola siamo stati protagonisti di rituali sacri molto spirituali, sia dal punto di vista simbolico che da quello coreografico.

post1_final post2_final

Altro giorno altra tappa, questa volta andiamo a visitare una scuola nella zona di Marakanam, dove tra l’altro abbiamo sostenuto la costruzione di un pozzo per acqua potabile. Anche qui tanti bambini in grembiule ci sorridono e ci accolgono calorosissimamente, altri più grandi sono intenti a fare lezione all’aperto seduti per terra in posizione yoga. Devo dire che io non ci riuscirei a sedermi così, perché non essendo avvezzo all’esercizio fisico, assumerei posizioni diverse che non riuscirei a sostenere a lungo per l’insorgere di dolori alle articolazioni. L’esercizio fisico nelle scuole Assefa è di fondamentale importanza, perché oltre a fare bene al corpo, costruisce nei piccoli l’ossatura della disciplina e attiva tutti quei sani comportamenti che servono alla persona per convivere meglio assieme agli altri. Intanto alcuni bambini si schierano formando un girotondo là, fuori, in uno dei tanti spazi aperti fuori dall’edificio scolastico e dentro questo cerchio umano s’inserisce la maestra che comincia a cantare alcune parole in lingua tamil, i bambini ripetono a loro volta facendo dei movimenti con il corpo, poi la maestra invita uno di loro a entrare nel cerchio e a comandare i cori cadenzanti. Il bambino comincia a gridare con autorevolezza le sue frasi e i suoi compagni rispondono a loro volta con altri movimenti corporei.
Potrebbe sembrare un esercizio di tipo militare, tanto sono attenti e disciplinati nel condurre la loro voce verso l’etere, invece io vedo compartecipazione, ordine, ed energia empatica, come quando in un grande concerto rock, i fan cantano insieme al loro artista la sua canzone più bella e più famosa.
Ivano Preciso

Lascia un commento